Il commercialista mi ha detto che devo fare “l’INTRASTAT”… è grave?

Molto probabilmente hai portato al tuo commercialista una fattura di acquisto con un paese della U.E. oppure gli hai detto che hai intenzione di vendere un tuo prodotto o servizio in uno stato delle U.E.
Fai attenzione che se intendi fare acquisti/vendite di beni o servizi con altri paesi della U.E. devi fare in modo di essere censito nell’archivio VIES. In pratica devi avvertire preventivamente l’Agenzia delle Entrate che intenti fare questo tipo di operazioni. La comunicazione può essere fatta subito quando apri la partita iva o successivamente. Una volta che compari nell’elenco, potrai iniziare a fare acquisti/vendite U.E. Successivamente con cadenza mensile o trimestrale dovranno essere compilati ed inviati telematicamente gli elenchi Intrastat che non sono altro quindi dei riepiloghi delle vendite/acquisti di beni o servizi intracomunitari.

Il commercialista mi ha detto che devo pagare una svagonata di tasse e che mi ha preparato “l’F24”

In pratica il commercialista ha fatto tutti i conteggi ed è arrivato alla somma esatta da pagare. Con “F24” si intende il modello di pagamento con il quale effettuare il versamento. Ogni tributo ha un suo codice e questo modello permette allo Stato di capire che tipo di tributo il contribuente intende pagare. Per fare effettivamente il pagamento ci sono queste alternative:
– ti rechi in banca con il modello di pagamento stampato in tre copie e la banca te ne restituirà una come quietanza;
– apri il tuo home banking e copi pari pari il modello fornito dal commercialista e procedi al pagamento (normalmente il giorno successivo puoi stamparti la quietanza);
– deleghi a fare tale operazione il commercialista o il consulente del lavoro.
Faccio presente che il primo modo di pagamento è possibile solo per chi non ha partita IVA mentre il secondo/terzo sono obbligatori per chi ha partita IVA.

Ho iniziato la mia attività e devo predisporre la fattura, come devo farla ed entro quanto?

Per chi ha la partita iva la fattura è il documento obbligatorio ed indispensabile per comprovare la vendita o l’effettuazione della prestazioni di servizi e per il riscuoterne il relativo prezzo. Per la redazione della stessa si possono usare software ad hoc, moduli prestampati o word/excel, occorre fare attenzione però a non confondere la modalità di redazione a pc con la “fattura elettronica” che ha ben altre caratteristiche. E’ la normativa dell’Iva che stabilisce il contenuto ed i termini entro i quali va predisposta la fattura.
Nella fattura ci devono essere:
– la data di emissione e il numero progressivo attribuito;
– i dati identificativi della ditta che emette la fattura;
– i dati identificativi del compratore
– gli estremi dei documenti di trasporto, cioè data e numero progressivo dei DDT, se si tratta di fattura differita;
– la natura, qualità e quantità dei beni ceduti o della prestazione di servizio;
– il prezzo unitario dei beni e il prezzo, indicando a parte gli eventuali sconti, l’aliquota IVA applicata e l’ammontare dell’IVA;
– il totale fattura, che costituisce l’importo totale a debito del compratore.

Se state vendendo dei beni il momento che determina l’obbligo di preparare la fattura è il momento della consegna o spedizione dei beni, se invece l’oggetto della fattura è una prestazioni di servizi, il momento entro cui emettere la fattura è il pagamento del corrispettivo. Attenzione, in tutti i casi, sia che si tratti di vendite di beni o prestazioni di servizi la fattura va emessa anche nel momento del pagamento di acconti, anche se vengono fatti bonifico, carte di credito, bancomat ecc.

Mi hanno fatto un preventivo per la tenuta della contabilità, ma da cosa è determinato il costo della contabilità?

La tenuta della contabilità è il sistema usato per rilevare i fatti aziendali in modo da tenere sotto controllo l’andamento della proprio azienda oltre che la base per calcolare imposte e contributi. Nella scelta dello stesso quindi è importante sceglierne uno che sia adeguato alle esigenze effettive dell’azienda, oltre che tra quelli previsti dalla normativa fiscale. Quest’ultima obbliga l’imprenditore a scegliere principalmente tra questi regimi contabili, in ordine di complessità:
1) il regime contabile dei “minimi”, che in realtà non prevede una vera e propria contabilità ma semplicemente obbliga l’imprenditore a predisporre le fatture e ad archiviare tutti i documenti che giustificano le spese; tale regime è appropriato per chi inizia una l’attività d’impresa;
2) il regime contabile “semplificato” prevede invece che vengano compilati dei registri ad hoc, ad esempio per le fatture che si emettono, per i corrispettivi, per le fatture di acquisto. Dai dati di questi registri si determina il reddito su cui calcolare imposte e contributi. Questo sistema, tutto sommato semplice, consente di capire se l’imprenditore sta guadagnando o meno, ma non dà alcuna informazione di tipo patrimoniale, come ad esempio l’ammontare dei debiti, dei crediti o dei mezzi dell’imprenditore;
3) il regime contabile “ordinario”, obbligatorio per S.r.l. e S.p.a. oltre che per tutti gli imprenditori che superano determinati livelli di volume di affari, è il sistema contabile più completo e indispensabile per avere dei dati esaustivi che permettano di analizzare l’andamento economico e patrimoniale dell’azienda.
Nulla vieta che un imprenditore, in relazione alla variazione del proprio volume d’affari o delle mutate esigenze, possa cambiare il regime contabile. Ovviamente la crescita dell’impresa, l’aumentare del numero dei clienti e dei fornitori, l’esigenza di avere sottomano velocemente i dati contabili o l’aumentare del numero di collaboratori/dipendenti potrebbe determinare l’esigenza della contabilità ordinaria indipendentemente dall’obbligo fiscale.
Accanto alla semplice rilevazione dei dati ci sono una serie di adempimenti, soprattutto fiscali, che seguono passo passo la registrazione dei documenti ed hanno i nomi più disparati o sono soggetti a frequenti variazioni: comunicazione black list, intrastat, spesometro, versamento di imposte e contributi, comunicazioni lettere d’intento, etc…
Questi sono tipici adempimenti che vengono delegati al commercialista e la cui redazione può influenzare l’ammontare del suo compenso.

Quali sono gli adempimenti a cadenza fissa?

Lavorare in proprio significa che la maggior parte delle imposte, dei contributi e della tasse vanno calcolate e pagate dall’imprenditore stesso alle scadenze previste dalla legge. Non si tratta ovviamente solo di non dimenticarsi di effettuare i pagamenti in tempo ma soprattutto di calcolarli correttamente ed di avere la necessaria liquidità nel momento del pagamento.
Ad esempio un imprenditore artigiano (quale un fotografo con IVA trimestrale) durante l’hanno dovrà far fronte a:
– versamenti INPS a febbraio, maggio, agosto e novembre;
– versamenti IVA a maggio, agosto, novembre, fine dicembre e quindi marzo dell’anno successivo;
– versamenti che risultano dalla dichiarazione dei redditi a giugno ed a novembre;
– versamento del diritto camerale a giugno;
– versamento del premio INAIL a febbraio.
Un consulente informatico, iscritto all’INPS gestione separata ma che ha scelto di pagare l’IVA mensilmente, dovrà far fronte a:
– versamenti dell’IVA ogni 16 del mese;
– versamenti che risultano dalla dichiarazione dei redditi,a giugno ed a novembre;
– versamenti dei contributi INPS a giugno ed a novembre.
Queste le scadenze, mentre per quanto riguarda gli importi alcuni di questi possono essere facilmente predeterminati, ad esempio il diritto camerale, i contributi fissi INPS, mentre altri, come l’IVA e gli importi che risultano dalle dichiarazioni, possono essere solo previsionali dipendendo molto dal fatturato e dall’andamento economico dell’attività.

Come funziona l’apertura dell'attività, in quali uffici devo recarmi?

Ormai (quasi) tutte le pratiche di inizio attività si fanno in via telematica. Una volta verificato che l’attività ha tutte le carte in regola (locali a posto con quanto richiesto dall’ASL, eventuali autorizzazioni previste per specifiche attività, ecc.) un intermediario, di solito il commercialista, provvede per tuo conto ad inviare la documentazione all’Agenzia delle Entrate, al Comune, alla Camera di Commercio, all’INPS e all’INAIL per ottenere in primis la partita IVA e quindi l’iscrizione alla Camera di Commercio.

Non ho ancora espletato tutte le formalità, ma devo effettuare delle pratiche e i primi acquisti per iniziare l’attività per cui mi chiedono la partita IVA e un certificato dell’impresa: come faccio?

Quando si ha bisogno di effettuare atti preliminari e propedeutici all’avvio dell’attività è possibile chiedere l’attribuzione della partita IVA e fare domanda di iscrizione alla Camera di Commercio “senza immediato inizio dell’attività” indicando l’attività che si intende svolgere. Successivamente, terminati gli atti preparatori ed ottenute le autorizzazioni necessarie, l’impresa deve presentare una nuova comunicazione per denunciare l’inizio effettivo dell’attività al Registro Imprese, all’INPS ed eventualmente all’INAIL. Quando si comunica l’inizio attività, l’ufficio Registro Imprese pone l’impresa in stato “attiva”.

Ho ricevuto la fattura dal consulente informatico e vedo che in fattura è indicata una “ritenuta d’acconto”. L’importo è stato tolto dal totale della fattura, e quindi?

Se chi ha effettuato il servizio è ad esempio un avvocato, un medico, un agente di commercio o in linea di massima di consulente, e la prestazione viene fatta ad una ditta questi indicano in fattura una somma (la ritenuta d’acconto) che il loro cliente non dovrà pagare direttamente a loro ma che verserà direttamente allo stato. Attenzione che tale ritenuta va versata entro il giorno 16 del mese successivo al pagamento.

Mi è stato detto che alcuni costi sono parzialmente deducibili, cosa significa?

La normativa fiscale prevede che alcuni costi, tipicamente le spese telefoniche o le spese che riguardano le auto, nel calcolare il reddito non siano considerati per il loro intero ammontare ma sono per una percentuale. Ad esempio un imprenditore che sostenga nell’anno 1000 euro per spese telefoniche, le vedrà conteggiate nella misura di 800 euro che è il costo nel momento in cui si tratta di calcolare le imposte.